Contro Papa Francesco, le parole durissime e senza precedenti del cardinale Jospeh Zen, arcivescovo emerito di Hong Kong, 86 anni compiuti, che si schiera apertamente contro la strategia di Bergoglio in Cina, dove il Pontefice mira a trovare un accordo sulle nomine episcopali con l’autoritario governo di Pechino. “Il Vaticano – ha tuonato Zen – sta svendendo la Chiesa cattolica in Cina”.
Parole durissime alle quali ha fatto seguito, lunedì, un incontro con Francesco a Santa Marta. Al centro della discussione, appunto, il cammino che il Vaticano ha intrapreso per normalizzare i rapporti con i cinesi. Da quando Mao ha preso il potere le relazioni diplomatiche si sono interrotte e da allora è calato il silenzio, costellato a intervalli regolari da problemi di varia natura, comprese le persecuzioni contro la cosiddetta Chiesa clandestina che non fa a capo al governo ma alla Santa Sede.
Negli ultimi dieci anni la Cina è migliorata in tutti i settori, il governo ha iniziato a rapportarsi in modo meno intollerante con i cattolici cinesi che, a loro volta, si sono lentamente rasserenati. Papa Bergoglio da quando è stato eletto Pontefice punta ad appianare la strada per un orizzonte comune fatto di collaborazione e prospettive meno asfittiche. La Cina resta pur sempre il più grande serbatoio d’anime da evangelizzare del pianeta.
Ma da tempo il cardinale Zen si oppone alla strategia del Papa, ritenuto troppo indulgente nei confronti della Chiesa Patriottica e del partito comunista. A suo dire è difficile dimenticare il passato, le difficoltà, la mancanza di fiducia nei confronti dei vertici del governo comunista: ne sanno qualcosa i tanti preti e vescovi che sono sottoposti alla restrizione della libertà, se non ai lavori forzati.
In questi cinque anni di pontificato, Francesco ha lanciato messaggi rassicuranti e attestati di stima all’impero celeste e al presidente XI: i rapporti diplomatici, insomma, sono iniziati dietro alle quinte, con emissari vaticani a Pechino per trovare una composizione al nodo delle nomine episcopali, sulle quali però Pechino vuole l’ultima parola. Una strada accidentata, ancora in salita. E Zen lo afferma senza giri di parole: “Se sono io un ostacolo a questo brutto scambio allora sono felice di essere un ostacolo”.
Come sottolinea Il Messaggero, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e fatto perdere la pazienza al cardinale Zen sarebbe stata la sostituzione di un altro vescovo. Al posto del vescovo cinese (appartenente alla Chiesa sotterranea) è stato individuato un vescovo più giovane e rampante, funzionale al governo. L’arrivo a Roma di Zen resta il sintomo di un cammino faticoso destinato a non esaurirsi a breve.
"http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13303789/vaticano-papa-francesco-cardinale-joseph-zen-pontefice-ha-svenduto-chiesa-cina.html"
Dimenticate cosa fece a Buenos Aires? Horacio Verbitsky su di lui scrisse: L’isola del silenzio, pubblicato in Italia da Fandango, si denunciano i fatti, con un’ampia esposizione che riguarda anche le complicità della Chiesa cattolica nei confronti della dittatura di Videla.
Bergoglio arrivò “secondo” nel Conclave del 2005. Nel 2006, Don Vitaliano scriveva un pezzo dal titolo Il lato oscuro del Cardinal Bergoglio, citando proprio il libro di Verbitsky:
«Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, presidente dei vescovi argentini, nonché tra i più votati, un anno fa, nel conclave Vaticano che ha scelto il successore di Giovanni Paolo II, è accusato di collusione con la dittatura argentina che sterminò novemila persone. Le prove del ruolo giocato da Bergoglio a partire dal 24 marzo 1976, sono racchiuse nel libro L’isola del Silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina, del giornalista argentino Horacio Verbitsky, che da anni studia e indaga sul periodo più tragico del Paese sudamericano, lavorando sulla ricostruzione degli eventi attraverso ricerche serie e attente».
«Nel 1986 Emilio Mignone nel suo libro Chiesa e Dittatura , descrive Bergoglio come esempio della “sinistra complicità ecclesiastica con i militari che si incaricarono di compiere lo sporco compito di lavare il cortile interno della Chiesa con la accondiscendenza dei prelati.”.
Ma cosa era successo, nel 1976? Ancora da Nunca Mas, che attinge a piene mani dal lavoro di Verbitsky:
«Nel 1976 furono sequestrati i gesuiti Luis Dourrón, Enrique Rastellini e Francisco Jalics. Erano stati ammoniti dal loro superiore Jorge Bergoglio ad abbandonare le favelas in cui operavano e di fronte ad un loro netto rifiuto fu lo stesso Bergoglio a dare il semaforo verde ai militari per il loro sequestro. Furono poi liberati e dovettero nascondersi fino alla fine della dittatura aiutati da altri sacerdoti e vescovi che si distinsero nella loro difesa per i diritti umani come Miguel Hesayne e Jorge Novak. Secondo la testimonianza di un gesuita ex-detenuto desaparecido, Orlando Yorio, Bergoglio, in qualità di superiore gesuita, aveva relazioni costanti con il dittatore Emilio Masera che lo informò di come Yorio fosse un comandante della guerriglia. Ciò bastò a Bergoglio per disinteressarsi completamente della sorte del gesuita la cui grande colpa era quella di lavorare con i poveri in un umile quartiere di Buenos Aires. Yorio fu sequestrato e rimase desaparecido per cinque mesi.
Bergoglio rappresenta quello che nella politica argentina si conosce come conservatore – popolare: conservatore estremo in materia dogmatica ma con una marcata sensibilità verso le fasce povere»
C’è l’accusa che riguarda una famiglia che aveva perso cinque parenti, tutti e cinque «desaparecidos»: fra di loro c’era anche una giovane donna, al quinto mese di gravidanza. Rapita e poi uccisa nel 1977. La famiglia De la Cuadra si era rivolta ai Gesuiti a Roma, che avevano chiesto a Bergoglio di intervenire. Bergoglio, a sua volta, aveva nominato un monsignore. Passarono i mesi. E alla fine arrivò solamente una nota da un colonnello che rivelava che la giovane donna aveva dato alla luce una bambina, che era stata assegnata in adozione a una famiglia «troppo importante». La storia finì lì. E ci sono le prove, scritte.
Nonostante questo, Bergoglio sostiene di non aver mai saputo che venissero rapiti bambini finché la dittatura non terminò. Insomma, Bergoglio sarebbe stato non solo estraneo, ma addirittura del tutto all’oscuro del fenomeno dei Desaparecidos.
Una versione francamente poco credibile: risulta davvero difficile immaginare un alto prelato totalmente all’oscuro di quello che, in Argentina, era tragicamente sotto gli occhi di tutti.
E dal sito: “http://it.peacereporter.net/articolo/5366/Il+lato+oscuro+del+cardinale” si legge
In particolare Verbitsky fa riferimento a un episodio specifico: nel 1979 padre Francisco Jalics si era rifugiato in Germania, da dove chiese il rinnovo del passaporto per evitare di rimetter piede nell’Argentina delle torture. Bergoglio si offrì di fare da intermediario, fingendo di perorare la causa del padre: invece l’istanza fu respinta. Nella nota apposta sulla documentazione dal direttore dell’Ufficio del culto cattolico, allora organismo del ministero degli Esteri, c’è scritto: “Questo prete è un sovversivo. Ha avuto problemi con i suoi superiori ed è stato detenuto nell’Esma”. Poi termina dicendo che la fonte di queste informazioni su Jalics è proprio il Superiore provinciale dei gesuiti padre Bergoglio, che raccomanda che non si dia corso all’istanza.
“Nonostante la buona volontà di padre Bergoglio, la Compagnia Argentina non ha fatto pulizia al suo interno. I gesuiti furbi per qualche tempo sono rimasti in disparte, ma adesso con gran sostegno dall’esterno di certi vescovi terzomondisti hanno cominciato una nuova fase”. È il documento classificato Direzione del culto, raccoglitore 9, schedario B2B, Arcivescovado di Buenos Aires, documento 9. Nel libro di Verbitsky sono pubblicati anche i resoconti dell’incontro fra il giornalista argentino e il cardinale, durante i quali quest’ultimo ha cercato di presentare le prove che ridimensionassero il suo ruolo. “Non ebbi mai modo di etichettarli come guerriglieri o comunisti – affermò l’arcivescovo – tra l’altro perché no ho mai creduto che lo fossero”.
Nel libro, inoltre, Verbistky spiega come Bergoglio, durante la dittatura militare, abbia svolto attività politica nella Guardia di ferro, un’organizzazione della destra peronista, che ha lo stesso nome di una formazione rumena sviluppatasi fra gli anni Venti e i Trenta del Novecento, legata al nazionalsocialismo. Secondo il giornalista, l’attuale arcivescovo di Buenos Aires, quando ricoprì il ruolo di Provinciale della Compagnia di Gesù, decise che l’Università gestita dai gesuiti fosse collegata a un’associazione privata controllata dalla Guardia di ferro. Controllo che terminò proprio quando Bergoglio fu trasferito di ruolo. “Io non conosco casi moderni di vescovi che abbiano avuto una partecipazione politica così esplicita come è stata quella di Bergoglio”, incalza Verbitsky. “Lui agisce con il tipico stile di un politico. È in relazione costante con il mondo politico, ha persino incontri costanti con ministri del governo.
Traditore ora e sempre, avete ignorato il grido che usciva dall’Argentina alla sua votazione? i suoi crimini irrisolti ed ignorati e ora ne stiamo pagando tutti il prezzo!! La sua superficialità sulla dottrina della Chiesa l’ambiguità delle sue affermazioni delle sue ridicole omelie , il suo smodato abuso di potere sulla Scrittura? Ecc. Si sarà rifatto pure il lifting con la complicità dei peggiori anticristiani che lo hanno acclamato fino ad ora , ma Dio sfascia i suoi piani ,la sua anima nera non si cancella con il buonismo apparente ed interessato…
Il mio padre spirituale negli ultimi anni a causa di quello che andava scoprendo sulla Chiesa giorno per giorno, rimaneva basito, ma ringraziava Dio di avere avuto l’illuminazione per comprendere come la Storia si stava ripetendo ancora, e molto più ferocemente e astutamente operva mimetizzandosi tra le innovazioni diaboliche, che operano ancora certi “santi uomini”
Oggi posso dire serenamente che lui è stato graziato Non ha dovuto sopportare ancora lo stillicidio che imperversa che sta distruggendo la fede cattolica, sarà difficile riportare indietro coloro che sono stati traditi. In questa amarezza totale , dopo 70 e oltre di sacerdozio specialmente sarebbe morto di dolore. Sono certa che Dio non ha voluto che rimanesse a guardare impotente , la chiesa che affondava. Lui che l’ha sempre amata e servita con profondo amore. cCosì ha deciso di portarlo a Sè Un servo cosi fedele non poteva che premiarlo della Sua visione!!
Come stupirsi allora del comportamenti di chi lo circondava, se tutto questo marciume già penetrava e distruggeva ogni anelito, e ogni azione di grazia?Quelli che sanno e tacciono vigliacchi o rassegnati non sono degni di essere considerati sacerdoti!!
Non idealizzate più, perchè spesso il consacrato che un tempo era sinonimo di grazia e presenza che voi credete sia ancora di Dio, non lo è più!! Analizzate seriamente da che parte sta!! Ora, solo i perseguitati a causa della giustizia, saranno i veri testimoni. Certo valutate con prudenza, evitando i millantatori che si fondano nuove chiese con discepoli e fontane magiche e visioni fasulle, si intende… Che Dio vi aiuti in questo sano e vitale discernimento.
(G.M)