Mystrium iniquitatis: Comparazione tra la messa di Paolo VI e la messa di san Pio V

Mi domando dove sta la verità, E perchè certe persone nel passato si sono allontanate quando è avvenuta la trasformazione della celebrazione, che tradiva il significato della tradizone antica? Siamo stati ingannati? E quanti cattolici sono ignari di questa trasformazione che ha attentato alla natura reale del sacrificio Eucaristico?

Vi è differenza tra la Messa di Paolo VI e la Messa di San Pio V?

, ed essa non sta solo nella lingua impiegata.
Se la Messa di Paolo VI, celebrata nelle parrocchie odierne, presenta delle somiglianze con la Messa di San Pio V, essa, quanto all’essenziale, se ne allontana tanto nell’insieme quanto nei particolari: nella Messa di San Pio V, tutto il rito (parole e gesti) ci indica che si tratta del rinnovamento del Sacrificio del Calvario, per la remissione dei nostri peccati, e ci indica che Nostro Signore è realmente presente nella Santa Eucarestia. Nella Messa di Paolo VI, tutto questo sfugge.

Perché nella Messa di Paolo VI l’dea del Sacrificio per la remissione dei nostri peccati ci sfugge?

A causa del contesto in cui è celebrata: rivolti al popolo.
Il Sacrificio è diretto a Dio, non agli uomini. Rivolgendosi al popolo, l’attenzione del prete è fissata sia su Dio sia sugli uomini, così che la liturgia della parola e la comunione acquistano la stessa importanza del Sacrificio.
A causa del rito. Piuttosto che mettere l’accento sul Sacrificio per la remissione dei peccati, le parole e i gesti del prete ci condizionano ad assistere ad un semplice memoriale. Guardiamo la preghiera eucaristica n° 2: il termine “Sacrificio” è assente. E a proposito di quella parte della Messa chiamata preghiera eucaristica (che ha rimpiazzato il Canone della Messa di San Pio V), non possiamo non rimanere colpiti dal fatto che la Consacrazione del Prezioso Corpo e del Prezioso Sangue si fanno col tono del racconto… Tacere le parole chiavi e realizzare la Consacrazione come se si raccontasse una storia, non può che mettere in pericolo la fede dei fedeli nel Santo Sacrificio, e forse anche quella dello stesso prete.

Perché nella Messa di Paolo VI la Presenza Reale di Nostro Signore ci sfugge?

In ragione della mancanza di rispetto che Gli si dimostra. Lo si riceve senza raccoglimento e sulla mano. Non si sa più che ci si deve genuflettere davanti al Santissimo Sacramento, tanto che lo stesso prete genuflette solo due volte, dopo ogni elevazione. I piccoli frammenti dell’Ostia non lo preoccupano, poiché il nuovo Messale ha soppresso tutti i segni di rispetto loro dovuti.
Quanto al messalino dei fedeli, alcuni non parlano di “comunione al Corpo di Cristo”, ma di “comunione al pane…”.
In tale atmosfera, la nostra fede nella Presenza Reale di Nostro Signore nell’Eucarestia è negletta e noi finiamo col credere che Nostro Signore sia presente solo spiritualmente e per il tempo della Messa.

Perché la Messa di San Pio V è stata rimpiazzata dalla Messa di Paolo VI?

A causa dei protestanti. L’inventore della nuova Messa, Mons. Bugnini, che si era rivolto a dei protestanti come consiglieri per il suo lavoro, non ha esitato a dichiarare: “Occorre eliminare ogni ostacolo che potrebbe costituire anche solo l’ombra del rischio d’inciampo o di dispiacere per i fratelli separati…”.
I fratelli separati, cioè i protestanti, rigettano assolutamente le nozioni di Sacrificio per la remissione dei peccati e di Presenza Reale di Nostro Signore Gesù Cristo nella Santa Eucarestia. Ecco perché la Messa di Paolo VI relativizza queste due realtà, realizzando così l’obiettivo prefissato.

Qual è la reazione dei protestanti di fronte alla Messa di Paolo VI?

«Se si tiene conto della decisiva evoluzione della liturgia eucaristica cattolica, della possibilità di sostituire al Canone della Messa altre preghiere liturgiche, della cancellazione dell’idea che la Messa costituisce un Sacrificio, della possibilità di comunicarsi sotto le due specie, non v’è più ragione per le chiese riformate di interdire ai loro fedeli di assumere l’eucarestia nella Chiesa Romana.» (Roger Mehl).
«Il Novus Ordo Missae, quali che siano le sue imperfezioni relative dovute al peso della collegialità e dell’universalità, è un esempio della preoccupazione per l’unità aperta e per la fedeltà dinamica, per la vera cattolicità: uno dei frutti sarà forse che le comunità non cattoliche potranno celebrare la santa cena con le stesse preghiere della Chiesa cattolica. Teologicamente è possibile.» (Max Thurian, pastore).

La Messa di Paolo VI è valida?

Di per sé, Sì, poiché è celebrata da un prete validamente ordinato che impiega la materia richiesta, che pronuncia le parole richieste, che ha l’intenzione richiesta; e avendo l’intenzione richiesta, che è quella di Cristo e della Chiesa – fare un sacrificio per la remissione dei nostri peccati -, niente impedisce la transustanziazione del pane nel Corpo di Cristo e del vino nel Suo Sangue. E tuttavia questo non ci permette di assistervi.

Non si può assistere alla Messa di Paolo VI?

No, non si può, anche se essa è valida, perché il rito è pericoloso per la nostra fede, quale che sia la maniera in cui la Messa è celebrata. Le preghiere e i gesti che la compongono non significano abbastanza quello che essa è: il Sacrificio dello stesso Nostro Signore realmente presente nella Santa Eucarestia, per la remissione dei nostri peccati. Prova ne è il fatto che questo rito ha dato a molti cattolici una falsa nozione della Messa, più prossima alla “cena” protestante che al Santo Sacrificio.
Colui che ha compreso la problematica della nuova Messa, deve imperativamente allontanarsene. Assistendovi, egli mette volontariamente in pericolo la sua fede e, al tempo stesso, incoraggia gli altri a fare altrettanto, visto che sembra assentire alle riforme.

Che si deve fare quando non è possibile assistere tutte le Domeniche alla Messa di San Pio V?

Chi non ha la possibilità di assistere alla Messa di San Pio V è dispensato dall’obbligo della Messa quella Domenica: il precetto della Messa domenicale obbliga infatti solo all’assistenza ad un vera Messa cattolica. Tuttavia, in questo caso ci si deve sforzare di assistere alla Messa tradizionale almeno ad intervalli regolari.
In più, anche se si è così dispensati dall’assistenza alla Messa (che è un comandamento della Chiesa), non lo si è dal comandamento di Dio (Ricordati di santificare le feste). Occorre dunque rimpiazzare in un modo o in un altro la Messa che non è si potuta prendere, per esempio leggendone il testo nel Messale, unendosi con l’intenzione e per sua la durata ad una Messa celebrata in un dato luogo e praticando la comunione spirituale.
Padre Jean-Marie Mavel, FSSPX
Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone ‘e s’innalza sopra ogni’ essere che viene detto ‘Dio’ o è oggetto di culto, ‘fino a sedere’ nel tempio di ‘Dio’, additando se stesso come ‘Dio’. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora.
Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Solo allora sarà rivelato ‘l’empio’ e il Signore Gesù lo ‘distruggerà con il soffio della sua bocca’ e lo annienterà all’apparire della sua venuta, l‘iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l’amore della verità per essere salvi.
E per questo Dio invia loro una potenza d’inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all’iniquità.
Noi però dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, attraverso l’opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità.

L’empio non è Satana, ma chi viene “sfruttato” da Satana, il suo strumento, l’Anticristo.

Paolo dice che il mistero dell’iniquità è già in atto. Fino al momento della rivelazione finale. Ed è da questa attività che deriva l’apostasia. Una volta tolto l’ostacolo, (in questo caso la vera Chiesa che difende il Vangelo) l’empio lavorerà apertamente.

Il mistero dell’iniquità ha a che fare con l’uomo che – con il peccato – si allontana da Dio, tradisce Dio.

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