Gli yazidi sono una popolazione di lingua curda che abita principalmente nel nord dell’Iraq, anche se a causa dell’arabizzazione forzata imposta da Saddam Hussein alcuni di loro parlano arabo. La loro caratteristica principale è la religione che praticano lo yazidismo, un misto di quasi tutte le religioni sviluppate in Medio Oriente: l’islam, il cristianesimo, l’ebraismo e lo zoroastrismo. E’ nota a tutti la realtà a cui sono sottoposte quotidianamente centinaia e centinaia di donne yazide in Iraq e in Siria (solo tra il 2014 e il 2015 piu di 5000 donne yazide sono state rapite, seviziate e stuprate) e questi continui abusi dimostrano come alcune delle conquiste dell’ISIS non abbiano avuto come obiettivo un avanzamento territoriale, ma siano state piuttosto “conquiste sessuali” preparate e pianificate meticolosamente. Una sorta di “teologia dello stupro”.Nell’ottobre del 2014 su Dabiq, il magazine online dell’ISIS in inglese, è uscito un articolo che spiegava nei dettagli proprio la “teologia dello stupro”, in cui si precisa come l’ISIS avesse anche cominciato a citare versi specifici del Corano per giustificare il traffico degli esseri umani.
Successivamente il “dipartimento della ricerca e della fatwa” dell’ISIS ha diffuso un manuale di 34 pagine sulle regole di “gestione” delle schiave. Nel manuale si legge per esempio che si possono anche stuprare le bambine e permette lo stupro anche di donne cristiane ed ebree quando si trovano su territori conquistati. Allo stesso tempo le schiave del Califfato islamico possono essere liberate dai loro proprietari tramite un “Certificato di emancipazione”. Ma cosa succede ad una DONNA yazide quando viene rapita?
Dopo aver conquistatao una città, i miliziani per prima cosa dividono le donne dagli uomini. Ai ragazzi adolescenti è chiesto di alzare la maglietta: se hanno peli sul petto finiscono nel gruppo degli uomini, se non li hanno in quello delle donne.Gli uomini, costretti a sdraiarsi con la faccia a terra, vengono uccisi. Le donne vengono invece caricate su dei furgoni e portate via in una città vicina. Qui le ragazze più giovani e non sposate vengono fatte salire su degli autobus bianchi. Vengono poi riunite anche a migliaia in grossi edifici di una città irachena e poi ritrasferite in altre città dell’Iraq e della Siria per essere vendute. Le donne e le ragazze più belle e giovani,vengono in genere comprate entro poche settimane dopo essere state rapite. Altre, le donne più anziane o già sposate, vengono trasferite più volte da un posto all’altro in attesa di essere vendute. Alcuni degli edifici in cui vengono tenute le donne rapite hanno anche una stanza usata dagli uomini per scegliere la donna da comprare.
Ma purtroppo l’incubo delle donne schiave prosegue.
Dopo essere rapite subiscono infatti quella che puo’ essere considerata la violenza peggiore che una donna possa subire: LO STUPRO, che nel Califfato Islamico viene considerato dai combattenti dell’ISIS come un diritto riconosciuto dall’Islam. Non solo un diritto, ma anche un DOVERE.
A me ha fatto gelare il sangue la testimonianza di una giovane donna vittima e schiava della malata cultura islamica. E voglio condividere con voi, qualsiasi schieramento apparteniate, le sue parole:
«Prima di iniziare a stuprare la bambina di 12 anni, il combattente dello Stato Islamico si prese il tempo per spiegare che quello che stava per fare non poteva essere considerato un peccato. Per il fatto che la bambina praticava una religione diversa dall’Islam, disse lui, il Corano non solo gli dava il diritto di stuprarla, ma lo accettava e lo incoraggiava.
Le legò le mani e le mise un bavaglio sulla bocca. Poi si inginocchiò di fianco al letto e cominciò a pregare, prima di mettere il suo corpo sopra di lei. Quando ebbe finito si inginocchiò di nuovo per pregare, mettendo fine allo stupro con un atto di devozione religiosa.
“Gli dissi che mi faceva male, gli chiesi di fermarsi”, ha raccontato la bambina, il cui corpo è così piccolo che un adulto può circondarle completamente i fianchi solo con le mani. “Lui mi disse che l’Islam gli permetteva di stuprare i miscredenti. Mi disse che stuprandomi si sarebbe avvicinato a Dio”, ha raccontato una bambina in un’intervista fatta insieme alla sua famiglia in un campo profughi dopo avere passato 11 mesi prigioniera.
Mi chiedo, com’è possibile giustificare la violenza, celebrando ogni aggressione sessuale come un bene per lo spirito? Può una religione dettare di violentare una donna per avvicinarsi a Dio? Lascio a voi ogni riflessione in merito.
(Fonte New York Times)
NB:Articolo preso dalla rete
COME POTETE GIUSTIFICARE L’INCOSCIENZA DI COLORO CHE CONTINUANO A RIPETERE FORSENNATAMENTE CHE L’IMMIGRAZIONE NON C’ENTRA NULLA CON QUESTE COSE, QUANDO NON SANNO DOVE AGGRAPPARSI PER FERMARE L’ONDATA DI VIOLENZA CHE SI E’ ROVESCIATA SULL’ EUROPA INTERA?
Quello che mi sgomenta e che la Chiesa sa e non fa nulla, anzi incita all’invasione. Quanti santi e martiri ci hanno lasciato testimonianze e avvertito del pericolo di un invasione? Ci hanno detto che non si sarebbero mai integrati e che saremmo stati in pericolo? Che cosa ci guadagna allora questo pontefice mentre straparla in piazza se non provocare la confusione e distogliere l’attenzione dai cambiamenti totali che sta operando nella Chiesa? E quando anche il sacramento Eucaristico darà ridotto a uno spettacolo protestante, non avremo nemmeno la consolazione di morire in grazia di Dio.
CHI INCITA L’IMMIGRAZIONE, SENZA FRENI, E’ UN ASSASSINO!!