Caccia all’uomo in Vaticano

Nel discorso che Francesco ha rivolto stamane, 21 dicembre, ai cardinali e ai dirigenti di curia per la presentazione degli auguri natalizi, c’è un passaggio all’udire il quale tutti si sono chiesti chi il papa prendesse di mira.

Eccolo testuale:

“Permettetemi qui di spendere due parole su un pericolo, ossia quello dei traditori di fiducia o degli approfittatori della maternità della Chiesa, ossia le persone che vengono selezionate accuratamente per dare maggior vigore al corpo e alla riforma, ma – non comprendendo l’elevatezza della loro responsabilità – si lasciano corrompere dall’ambizione o dalla vanagloria e, quando vengono delicatamente allontanate, si auto-dichiarano erroneamente martiri del sistema, del ‘papa non informato’, della ‘vecchia guardia’…, invece di recitare il ‘mea culpa’. Accanto a queste persone ve ne sono poi altre che ancora operano nella curia, alle quali si dà tutto il tempo per riprendere la giusta via, nella speranza che trovino nella pazienza della Chiesa un’opportunità per convertirsi e non per approfittarsene”.

Al termine del discorso i presenti si sono messi in fila a salutare di persona Francesco. Che un po’ con tutti ha scambiato battute, abbracci e sorrisi, tranne che con il cardinale Gerhard Müller, da lui rimosso pochi mesi fa – in verità poco “delicatamente” – da prefetto della congregazione per la dottrina della fede, e ora salutato solo con una sbrigativa e taciturna stretta di mano (vedi foto).

In effetti Müller non ha mai fatto mistero delle sue critiche alla cerchia dei confidenti di Jorge Mario Bergoglio, né delle sue proteste per il licenziamento in tronco da parte del papa di tre funzionari della congregazione meritevoli a suo giudizio solo di fiducia. Basta leggere l’esplosiva intervista da lui rilasciata al “Corriere della Sera” del 26 novembre scorso.

È anche al cardinale Müller, quindi, che papa Francesco ha alluso, quando nel suo discorso se l’è presa con i “traditori”?

Difficile pensare che Bergoglio abbia voluto caricare sul cardinale tedesco un’accusa così spropositata.

Ma poi il papa ha preso di mira anche gli “approfittatori” e qualcuno deve aver avuto in mente, sia nell’uno che nell’altro girone di dannati. La caccia all’uomo, anzi, agli uomini, è aperta.

E potrebbe presto travolgere proprio uno dei cardinali su cui Bergoglio ha più fatto affidamento, l’honduregno e giramondo Oscar Rodríguez Maradiaga, fatto segno proprio oggi, in contemporanea con il discorso del papa alla curia, di una micidiale inchiesta dell’Espresso, a firma di Emiliano Fittipaldi.

Curiosamente, appena elevato nel 2013 da Bergoglio nell’empireo del cosiddetto “C8”, Maradiaga si era subito distinto nel dare addosso al cardinale Müller, all’epoca ancora prefetto della congregazione per la dottrina della fede e nel pieno delle sue funzioni, ma già poco amato dal nuovo papa.

“http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/12/21/caccia-alluomo-in-vaticano-indovina-a-chi/”


Se questo è un papa … verrebbe da dire. Nei consueti “auguri natalizi” alla curia Bergoglio lancia anatemi e minacce. Contro chi gli si oppone e non accetta di essere epurato, e contro chi non è ancora stato epurato perché si aspetta che si allinei alla NuovaChiesa. Parole chiare, che non lasciano spazio a dubbi: “Traditori di fiducia o approfittatori della maternità della Chiesa, ossia le persone che vengono selezionate accuratamente per dare maggior vigore al corpo e alla riforma, ma si lasciano corrompere dall’ambizione o dalla vanagloria e, quando vengono delicatamente allontanate, si auto-dichiarano erroneamente martiri del sistema, del ‘Papa non informato’, della ‘vecchia guardia’…, invece di recitare il ‘mea culpa’. Accanto a queste persone ve ne sono poi altre che ancora operano nella Curia, alle quali si dà tutto il tempo per riprendere la giusta via, nella speranza che trovino nella pazienza della Chiesa un’opportunità per convertirsi e non per approfittarsene”. Il papa della misericordia ha parlato.

Poi chiude con il suo nuovo vangelo, nel quale non è la verità a rendere liberi, come dice Gesù (chi era costui?) ma il lavoro: “Il lavoro – dice Francesco – è la vostra strada di felicità. Oggi la maledizione forse più brutta è non avere lavoro perché il lavoro ci dà dignità. Ed è la sicurezza del lavoro che ci dà la dignità”.[Cit ]


Ma non era Dio la nostra felicità?

Su quale precipizio vi stanno dirigendo?

Con quale predisposizione si fonda l’aiuto al prossimo? Per merito della simpatia di Bergoglio o per la grazia di amare il prossimo tuo come te stesso?

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