Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire» (v. 22). Gli esegeti hanno sempre considerato le parole rivolte a Pietro da Gesú («A te darò le chiavi del regno dei cieli») come un’allusione a questo testo isaiano. Per cui è legittimo trasferire a Pietro l’immagine di “maggiordomo” utilizzata in quel testo per Eliakim. Pietro è il “maggiordomo” della Chiesa; non ne è il capo (l’unico capo della Chiesa è Cristo); è solo il capo della servitú, al quale Cristo ha affidato il governo della Chiesa. Se vogliamo, possiamo usare per lui le equivalenti metafore “maestro di palazzo”, “visir”, “governatore”, “primo ministro”.(cit)
A Pietro Gesú ha dato le “chiavi del regno dei cieli”. Sembrerebbe quindi di capire che a Pietro Gesú ha conferito il potere di aprire e chiudere le porte del regno dei cieli, vale a dire la facoltà di permettere o impedire l’accesso a esso. Il Catechismo della Chiesa Cattolica però sembrerebbe restringere l’estensione del potere delle chiavi, riferendolo esclusivamente alla Chiesa: «Il “potere delle chiavi” designa l’autorità per governare la casa di Dio, che è la Chiesa» (n. 553). Anche se al potere delle chiavi va aggiunto quello di legare e sciogliere, che Gesú conferisce a Pietro immediatamente dopo: «Il potere di “legare e sciogliere” indica l’autorità di assolvere dai peccati, di pronunciare giudizi in materia di dottrina e prendere decisioni disciplinari nella Chiesa. Gesú ha conferito tale autorità alla Chiesa attraverso il ministero degli Apostoli [cf Mt 18:18] e particolarmente di Pietro, il solo cui ha esplicitamente affidato le chiavi del Regno» (ibid.).(cit)
E mentre questo Pontefice si prepara a far entrare chiunque nella Casa di Dio dimentica le parole di Cristo:
Allora il Re gli disse: amico, come hai potuto entrare senz’abito nuziale?… e ordinò ai servi: legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.” Mt 12,14.
Vigilate e resistete, perchè non ci saranno date altre possibilità, non c’è perdono per chi tradisce il Figlio dell’uomo.
“Arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa”Mt 25,10.
La porta fu chiusa.
Proclamiamo la Verità detta da Gesù, senza venderci.
Ci sono autori che sembrano proclamare la Verità, ma basta monitorarli e vi accorgereste di quanto sono ambigui. Danno un colpo al cerchio e l’altro alla botte, hanno paura di perdere credibilità e non vogliono fare a meno della stima del mondo. E se vengono interpellati da coloro di cui parlano, si sciolgono pubblicamente in effusioni dimenticando quello che hanno scritto, in un secondo!!
Come possono anche solo immaginare, che Dio rimanga con loro, che mandi il Suo Spirito per rifocillare la Sapienza e l’intelligenza ? Senza fedeltà, non riceveranno nemmeno la fortezza, che serve a donare la vita per il Vangelo.
GM